Invisibili uomini persi. Amici miei.
La dolente ma propositiva narrazione esperenziale -ed a tratti quasi diaristica- di don Tiziano Soldavini, Invisibili Uomini persi Amici miei, é uno scritto che esprime una così candida fiducia in Dio, e così piena, che non potrà non toccare i cuori a molti, anche tra gli scettici ed increduli.
La dolente ma propositiva narrazione esperenziale -ed a tratti quasi diaristica- di don Tiziano Soldavini, Invisibili Uomini persi Amici miei, è uno scritto che esprime una così candida fiducia in Dio, e così piena, che non potrà non toccare i cuori a molti, anche tra gli scettici ed increduli.
Un libro che dimostra la sua necessità raccontando con umiltà ed estrema vitalità evangelica il percorso che gli agiati, i più fortunati sulla terra quindi, tendono a misconoscere, discostandosi come fanno dalla miseria (anche -se non soprattutto- morale) in special modo quando appare loro troppo vicina, unendosi, in tal caso, in un sussiego ostile (come direbbe Fogazzaro) stringendosi l'uno all'altro aiutandosi piuttosto a tenerla dietro.
In altre parole, ignorandola, degnandosi, di quando in quando, di mostrare solo un po' di compassione e carità, escludendo, di fatto, dal proprio orizzonte di riferimento tutte quelle voci di cuori muti cui il mondo è amaramente avverso (per rimanere nella fabbrica dello scrittore vicentino).
Un libro che dagli altri (nessuno escluso) trae la sua linfa vitale ed agli altri è dedicato. Un libro fatto di molte Parole (illuminate dalla Parola) che lastricano altri sentieri, quelli che, soltanto a volerlo, portano a quella piena resurrezione che oltrepassa persino una sia pur momentanea (ed auspicabile anch'essa) restituzione alla vita.
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