Gigi Proietti sul palcoscenico dell’Umbria
Gigi Proietti sul palcoscenico dell’Umbria di Mara Quadraccia
“Ho il vizio dell’Umbria (...) Si chiamaRomano mio padre, ha ottancinque anni ed è di Porchiano del Monte (...). A Roma sono nato io... ma Porchiano, l’Umbria fanno parte delle cose tenere della mia vita”.
Gigi Proietti, artista poliedrico, erede dei grandi mattatori del palcoscenico, da Petrolini a Gassman, ha sempre mantenuto vivo il legame con la terra d’origine dei suoi genitori, fonte di grande lezione di saggezza e misura antica. Il suggestivo borgo dell’Amerino è stato rifugio durante la guerra, quando l’attore era ancora un bambino, poi è divenuto terra d’elezione in cui trascorrere parentesi di vita fuori dal caos frenetico della Capitale. Infine, da attore, ha restituito la sua arte - nei teatri delle maggiori citta del Cuore verde d’Italia - a quella terra che, inevitabilmente, lo ha ispirato. Proietti considerava, infatti, Porchiano un palcoscenico sul quale ogni personaggio recitava la sua parte, come in una commedia: il postino, il prete, la fornaia, il dottore, il maestro... con i vicoli e le botteghe a fare da scenografia. Un ambiente in cui le difficoltà della vita venivano superate con la forza dell’ironia. Mara Quadraccia, in questo libro, raccoglie aneddoti e testimonianze, memorie preziosissime che, altrimenti, sarebbero inevitabilmente svanite con lo scorrere del tempo.
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